Che fine hanno fatto i bambini by Annalisa Cuzzocrea

Che fine hanno fatto i bambini by Annalisa Cuzzocrea

autore:Annalisa Cuzzocrea [Cuzzocrea, Annalisa]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2021-02-24T12:00:00+00:00


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Il grande cocomero non c’è più

E siccome cerco gli sguardi che rompono gli schemi, o che li ridisegnano a immagine e somiglianza dei bambini e dei ragazzi, pochi giorni dopo aver parlato con Nadia Terranova incontro Francesca Archibugi. In un bar di Prati, io col mio caffè, lei col cappuccino con latte di soia, intramezzato da qualche boccata alla pipa.

Di Archibugi ho visto tutto. Di Mignon è partita ho ancora la videocassetta (c’erano i vhs) nella mia casa di Reggio Calabria. Poi Verso sera, Il grande cocomero, L’albero delle pere, Lezioni di volo, fino al film per la tv Romanzo famigliare, ambientato a Livorno, bellissimo soprattutto per i personaggi adolescenti che ha saputo raccontare.

Quel che voglio capire è come abbia sviluppato quello sguardo speciale sull’infanzia e l’adolescenza. La capacità di renderne la complessità e la sorpresa, di mischiare levità e profondità. «È molto difficile parlare della propria ispirazione profonda» mi dice. «Ho girato Mignon è partita che avevo solo 26 anni. Tutto quanto c’è lì dentro arriva da me, dai miei fratelli, dai miei amici. È quello il nucleo originale di ogni ispirazione. Non è che io osservi, che li guardi. Certo ho tre figli e li ho guardati molto, ma la verità è che ho dentro di me, vividi, presenti, i sentimenti di chi ero io a 7 anni o a 14 anni nel mondo. Le cose cambiano, il mondo è cambiato, mi è cambiato sotto gli occhi, ma io sono rimasta la ragazzina che prendeva l’autobus e aveva gli attacchi di panico nel mezzo degli anni di piombo.»

I bambini. I ragazzi. Gli autobus. I loro passi solitari dentro la città. È un tema che torna e non può che tornare. «I miei genitori erano separati, attraversavo Roma da sola già a 12 anni, e non erano certo periodi tranquilli. Questa libertà è scomparsa. Io stessa ho sempre accompagnato a scuola i miei figli e mi rendo conto che proprio la mia generazione ha danneggiato tantissimo la loro autonomia. Fin da bambini, bisognerebbe consentire loro di andare al bar, comprare il gelato da soli, ma non lo facciamo e penso che si veda.»

Finiamo per parlare di figli, di come crescerli, educarli, di quanto sia importante esserci e di quanto sia fondamentale anche lasciar andare, a volte. Francesca Archibugi ha uno sguardo più lungo del mio, conosce meglio Roma ed è capace di vedere quanto sia cambiata proprio rispetto ai giovani che la vivono. Quello a cui guarda oggi con fastidio, con preoccupazione, è una società sempre più classista: «Quando io frequentavo la scuola pubblica c’erano i bambini più diversi, provenivano da tutte le estrazioni sociali. Adesso, almeno qui a Roma e immagino nella maggior parte delle grandi città, non è più così. I ragazzi crescono blindati nelle loro famiglie e nei loro quartieri. Quando fai un film sai già se la faccia che ti serve puoi trovarla in un liceo del centro o in un istituto tecnico di periferia, e questo è terribile. Non si fa più la cernita solo per età, ma per estrazione sociale».



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